Eusebio Di Francesco torna a Roma, quella che per alcuni anni fu sua da giocatore, ma che ora è diventata la sua più grande sfida da allenatore. Dopo aver fatto benissimo alla corte di patron Squinzi al Sassuolo per un intero lustro, ecco l’atteso salto di qualità in una piazza certamente non facile, ma di sicuro molto ambiziosa.

Comincia con i ringraziamenti la sua conferenza stampa, prima di cominciare a rispondere alle domande dei giornalisti. Considera la squadra giallorossa una “squadra top”, che quest’anno non ha vinto solo perché ha avuto davanti a sé un club come la Juventus, ma che, in ogni caso, può contare su una rosa molto competitiva.

Predica “basso profilo e tanta umiltà”, il quarantasettenne di Pescara, che dice di conoscere le speranze della gente, ma invita ad avere concretezza e a tenere i piedi ben saldi a terra. Riguardo ai tifosi, comunque, è convinto che possano costituire il dodicesimo uomo in campo e spera di poter trasmettere loro “un grande senso di appartenenza”.

Riguardo ai giocatori, ammette che il primo che ha chiamato è stato Daniele De Rossi, il nuovo punto di riferimento di una squadra priva per la prima volta dopo venticinque anni di Francesco Totti, per il quale si augura possa restare in società con un ruolo che sceglierà lui.  Sarà il 4-3-3 il modulo di partenza, in cui avranno un ruolo fondamentale Nainggolan (“da mezzala può fare benissimo 18 gol”, afferma), Florenzi e Paredes. Intanto il primo acquisto è il difensore messicano Hector Moreno, una “scelta completamente condivisa”.

Infine una battuta sul nuovo impianto di gioco: “Mi auguro di essere qui a festeggiare l’apertura del nuovo stadio”