La sua intenzione era chiara sin da mesi, ma la pesante sconfitta patita nella finale di Champions League per mano del Real Madrid aveva fatto vacillare la sua posizione ed aveva permesso ad alcune società straniere (Paris Saint Germain in particolare) di tornare alla carica. Ora, però, non vi sono più dubbi: Massimiliano Allegri resterà il tecnico della Juventus anche per il prossimo anno e il suo contratto è stato prolungato fino al 2020.

Tutto si è svolto secondi i piani dirigenziali e nel giro di poche ore: al mattino la riunione svolta in Corso Galileo Ferraris con l’amministratore Beppe Marotta e il Presidente Andrea Agnelli, nel primo pomeriggio l’annuncio sull’accordo. È il riconoscimento a un lavoro che, malgrado l’amaro epilogo di Cardiff, è sempre stato brillante, come dimostrano i risultati acquisiti: in tre anni sono arrivati altrettanti scudetti e altrettante Coppe Italia. Tre importanti doblete consecutivi e, in campionato, 269 punti totali, con una media di 2.36 punti a partita (decisamente superiore a qualsiasi altra squadra).

Inizialmente si pensava che il prolungamento dovesse essere fino al 2019, ma poi si è scelto di aggiungere un ulteriore anno. Continua, così, il rapporto tra il tecnico toscano e la società bianconera; un rapporto che, come si legge dal comunicato ufficiale, ha permesso alla Vecchia Signora di “consolidare sempre di più la sua posizione di top team europeo”, come dimostrano i dati precedentemente elencati. La Juve ha vissuto, in questi anni, “molti rinnovamenti, piccole rivoluzioni a livello tecnico”, ma l’ex allenatore di Cagliari e Milan, premiato lo scorso anno con la Panchina d’Oro, ha saputo “interpretarli, leggerli, guidarli”.

Da indiscrezioni emerse nelle scorse ore Allegri avrebbe chiesto come garanzia l’acquisto di almeno due top player, necessari per far fare alla squadra quel salto di qualità anche in Europa. Aspettando di conoscere i nomi finiti sul taccuino di Paratici, sappiamo che è in dirittura d’arrivo la firma del contratto dell’attaccante doriano Schick.