È il gran giorno di Luciano Spalletti all’Inter. Il tecnico di Certaldo, dopo aver firmato il contratto biennale (con opzione sul terzo anno) che lo legherà alla società nerazzurra, si presenta in conferenza stampa per dettare regole ed obiettivi e con un imperativo: riportare il club nel posto che gli compete nella storia del calcio.

Ha le idee chiare l’ex coach della Roma: alla Pinetina, alla presenza, tra gli altri, del presidente Steve Zhang e del direttore sportivo Walter Sabatini, si mostra convinto dei propri mezzi e di riuscire a far risalire la china ad una squadra che, dopo il Triplete del 2010, è sprofondata nelle parti anonime della classifica.

Dopo aver fatto i complimenti al suo predecessore Stefano vecchi, artefice della conquista del Campionato Primavera, Spalletti comincia a rispondere alle domande dei giornalisti. Non è stata la prima scelta? “Chi se ne frega”, comincia stizzito a parlare, dicendo che ora gli interessa solamente pensare al bene della squadra.

“Non sono più bravo dei miei precedessori”, assicura, ma “mi fido del mio modo di fare” e “chiederò ai calciatori di fidarsi di me”. Il gap con la Juventus? Secondo il toscano non è così ampio come si pensa perché, guardando la partita d’andata dello scorso anno, le due squadre sono risultate molto vicine, secondo il suo punto di vista.

Sul fronte acquisti, afferma di avere necessità che lpo staff dirigenziale non sbagli nulla sulla campagna di calciomercato perché bisogna creare una squadra forte”. Ma preferisce non fare nomi, a cominciare da chi porterebbe con sé dei suoi ex alla Roma (più volte il nome di Nainggolan era stato accostato all’Inter). Confermato il modulo 4-2-3-1 e il ruolo di capitano affidato a Mauro Icardi: “Dovrà indicare il comportamento ai compagni”, avverte Spalletti.